Come gestire le regole nella separazione genitoriale

Immagine relativa alla separazione

Uno dei terreni di maggior complessità nel rapporto genitori-figli è quello delle regole. Anche se può sembrare paradossale le regole sono un sistema che garantisce la libertà dei bambini: aiutano a comprendere cosa si può fare e cosa no, e questo rende i figli liberi di muoversi all’interno di uno spazio chiaro e strutturato.


Mamme e papà hanno tanto lavoro da fare, non solo nello spiegare e far rispettare le regole ai propri figli, ma ancora prima nel condividerle e prendere la decisione di renderle esplicite, venire a patti e introdurre nuove prospettive rispetto alla loro esperienza educativa.



Quale è il sistema di regole e valori che entrambi decidono di voler far vivere ai propri bambini o ragazzi? questo presuppone un grande lavoro di condivisione e negoziazione in primis tra gli adulti.


È facile intuire che nella eventualità di una separazione genitoriale, sarà molto più faticoso mantenere uno stile educativo condiviso e soprattutto un monitoraggio condiviso di quale sia il comportamento dei figli: come intervenire? avremmo detto le stesse cose? la reazione emotiva dei genitori è simile?


Quando si vive insieme, nonostante il difficile compito di genitori quotidiano, la prossimità aiuta a rimediare sincronicamente e a confrontarsi in maniera diretta più facilmente.


Di seguito facciamo alcuni esempi su come si costruisce una regola.


  • Una regola dovrebbe essere IMPERSONALE e COSTRUITA IN POSITIVO: il rischio è di creare dei comandi o divieti, che sono una cosa ben diversa da una regola. Pensiamo per esempio a una scena a tavola: dire a un bambino “stai fermo e non ti alzare” piuttosto che affermare “a tavola si sta seduti”; quest’ultima indicazione aiuta a vedere le regole come una cornice dentro la quale il bambino si può muovere, senza ricevere un giudizio sul suo valore e contiene l’indicazione che tale regola vale per tutti.
  • Un’altra caratteristica importante è la CHIAREZZA: capita di sentire genitori che per dare delle indicazioni ai figli iniziano monologhi pieni di informazioni dove si perde il messaggio importante oppure contiene un messaggio contraddittorio. Dire a un preadolescente “torna presto”: sicuri che sia il genitore che il figlio hanno in mente la stessa idea di “presto”?
  • Un altro aspetto fondamentale è la SOSTENIBILITA’ della regola: pensiamo a una scena tipica la parco in cui un genitore può dire al figlio “corri piano e non sudare!”, è possibile “correre” “piano”, “senza sudare?”. Che messaggio arriva al bambino nel momento in cui si renderà conto che correndo suda? Forse perderà fiducia nel sistema organizzativo, perché ciò che viene indicato, non è praticabile.
  • La COESIONE tra genitori è un ingrediente essenziale: i figli hanno bisogno di sapere che mamma e papà sono d’accordo e che si impegnano per far rispettare le stesse regole, altrimenti cercheranno di far leva sul genitore più debole per fare quello che desiderano.
  • Il BUON ESEMPIO rappresenta uno strumento potentissimo: dire ai bambini cosa devono o non devono fare, non li aiuta a sviluppare atteggiamenti costruttivi e positivi. Meglio sarebbe se guardassero con i propri occhi come bisogna comportarsi e i genitori sono il miglior specchio!


La comunicazione tra genitori separati è ancora di più imprescindibile per mantenere questo lavoro costantemente adattato rispetto alla fase evolutiva dei figli.


Dr.ssa Elisa Schiavi


Psicologa Psicoterapeuta Practitioner EMDR

L'autrice

Avv. Angela Natati

Abilitata al patrocino avanti le Magistrature Superiori Componente direttivo della Camera Minorile di Ferrara, ha maturato una lunga esperienza sul campo e nello studio della gestione del conflitto familiare e nell'assistenza al genitore più debole affinché sia realizzato il diritto alla bigenitorialità.

Opera su tutto il territorio nazionale e a livello regionale è coordinatrice dell'Associazione Padri Separati, la prima Associazione Nazionale che a tutela della paternità.

Collabora sul territorio di Ferrara e Provincia con l'associazione Socialmenteutile che si occupa di far svolgere ai condannati lavori di pubblica utilità.

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